Milano è la città più cara d’Italia: l’aumento dei prezzi (dalla spesa all’affitto di casa) frena l’arrivo dei talenti
Nel capoluogo lombardo l’inflazione tendenziale ha superato l’8%, il massimo dal 1994. L’indicatore dei ristoranti: se sale la bolletta, sale in proporzione il conto. Così i rincari vengono scaricati sul consumatore
Che cosa avrebbe pensato Federico Caffè del rincaro del caffè a Milano? L’economista di Pistoia, maestro di una generazione di leader come Mario Draghi, scriveva che l’inflazione, dal punto di vista sociale, si può descrivere come la capacità di alcuni gruppi di scaricare i rincari sugli altri. Il reddito fisso viene così a trovarsi tra l’incudine dei costi e il martello di uno stipendio che perde potere di acquisto reale. Lo viviamo tutti i giorni. E ciò che sta capitando altrove come a Milano, per esempio con gli affitti e i ristoranti. In quei centesimi in piu dell’espresso (che diventano decine di euro degli stellati) ritroviamo tutte le tensioni sul gas, la guerra di Putin all’Ucraina, la paura della bolletta, il freddo, il pessimismo e le prospettive economiche per l’inverno. Con un caveat: Milano era ed è la città più cara d’Italia e una delle città più care d’Europa. Ha superato Monaco di Baviera. Fa a braccio di ferro con Parigi e Londra, senza perdere subito. Qui l’inflazione tendenziale è salita oltre l’8 per cento, il massimo dal 1994, subito dopo Tangentopoli.
Lo si vede chiaramente con i ristoratori che si comportano esattamente come aveva anticipato Caffè: sale la bolletta, sale proporzionalmente il conto, come se fosse normale (andrebbe per lo meno redistribuito). Si potrebbe giustamente pensare: basta non andare nei ristoranti Michelin (che comunque sono sempre pieni e difficili da prenotare). Si dovrebbe aggiungere: la maggior parte delle persone non c’è mai andata perché non poteva permetterseli nemmeno prima. Ma il nocciolo della questione è che in una città come Milano gli stellati, dal punto di vista economico, sono degli indicatori economici, la punta della piramide, anzi dell’iceberg. Il resto si nota di meno ma segue di conseguenza. Anche per gli affitti sta emergendo lo stesso fenomeno. Inoltre la Bce sta alzando i tassi che influenzano i mutui.
Dunque anche per l’acquisto la tendenza è segnata. Costi maggiori, prezzi maggiori (Citylife sta proponendo gli appartamenti di grossa dimensione a circa 10 mila euro al metro quadrato. E solo perché improvvisamente è venuta a mancare la domanda silenziosa ma in passato costante dei russi). La vischiosità dei prezzi verso il basso (salgono velocemente ma si riadeguano al ribasso molto molto lentamente) rischia di creare un muro duraturo nella capacità della città di attrarre talenti. Annullando il lavoro fatto negli anni pre-Covid. In questo l’indicatore degli stellati va guardato anche da chi non ci va: se a Milano cresce la forbice che separa chi può e chi non può la ricaduta è sociale e dunque collettiva.
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