Milano – È morto Paolo Pillitteri, addio all’ex sindaco di Milano
Paolo Pillitteri, ex sindaco socialista di Milano, è deceduto nella città meneghina il giorno in cui avrebbe compiuto 84 anni.
Figura di spicco del Partito Socialista Italiano (PSI), è ricordato come uno degli esponenti più rilevanti del periodo della “Milano da bere”, un’epoca di grande crescita economica e culturale. Pillitteri era anche noto per i suoi legami familiari con Bettino Craxi, essendo stato il cognato del leader socialista grazie al matrimonio con Rosilde Craxi, scomparsa nel 2017. Nel 2022 si era risposato con Cinzia Gelati.
Carriera politica:
Nato a Sesto Calende il 5 dicembre 1940, Pillitteri iniziò la sua carriera politica come membro del PSI, venendo eletto deputato in due legislature (la nona e l’undicesima). Da sindaco di Milano, guidò una giunta che inizialmente vedeva un’alleanza con la Democrazia Cristiana, rispecchiando la coalizione nazionale del pentapartito. Nel 1987, a causa di divergenze con i centristi, formò una giunta innovativa, includendo il Partito Comunista Italiano e la Federazione dei Verdi. Il suo successo personale fu evidente nelle elezioni comunali del 1990, quando il PSI ottenne un significativo 20% dei consensi a Milano, un risultato rilevante per l’epoca.
Vicende giudiziarie:
Dopo il suo mandato da sindaco, Pillitteri tornò a Montecitorio, ma la sua carriera politica fu segnata dall’inchiesta Mani Pulite. Durante le indagini, ricevette un avviso di garanzia per ricettazione di 500 milioni di lire, insieme all’ex sindaco socialista di Milano, Carlo Tognoli. Sebbene fosse stato condannato in prima istanza, nel 2007 il Tribunale di Sorveglianza di Milano lo riabilitò, restituendogli lo status di incensurato. In altri processi, fu assolto. Il figlio Stefano, ex assessore nella giunta di Letizia Moratti, ha ricordato così suo padre: “Ha vissuto una vita intensa, tra successi e difficoltà. Nonostante le difficoltà giudiziarie, resterà nel cuore di molte persone”.
Durante il suo mandato, Pillitteri affrontò anche situazioni controverse, come uno scontro con un sindacato autonomo dei tramvieri dell’ATM, vicino alla Lega Nord. Dopo un lungo sciopero dei trasporti, definì i rappresentanti sindacali “la vergogna di Milano” e li accusò con epiteti forti, tra cui “fascisti, razzisti, nazisti, squadristi e straccioni”.
Oltre alla politica, Pillitteri si distinse anche come giornalista e intellettuale. Collaborò con il quotidiano socialista L’Avanti! e fu condirettore de L’Opinione delle libertà. Appassionato di cinema, ricoprì anche un incarico di docente di Storia del cinema presso l’Università IULM.
La morte di Paolo Pillitteri segna la fine di un’epoca per il socialismo italiano e per la storia recente di Milano, città di cui è stato un protagonista discusso, ma certamente centrale.
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