Il biglietto Atm aumenta di 20 centesimi: l’adeguamento della tariffa per bus e metrò a Milano
La decisione dell’Agenzia di bacino come adeguamento Istat operativa dall’autunno. Per ora non verranno toccati gli abbonamenti
Aumento in arrivo per il biglietto di autobus e tram. Costerà il dieci per cento in più: due euro e venti centesimi, al posto dei due euro di oggi. Il rincaro, che scatterà probabilmente a ottobre, è la conseguenza degli adeguamenti all’inflazione che l’Agenzia del trasporto pubblico locale del bacino della Città metropolitana di Milano, Monza Brianza, Lodi e Pavia dovrà recepire secondo quanto stabilito da Regione Lombardia.
A definire tutti i passaggi tecnici e a deliberare ufficialmente l’aumento sarà il Consiglio d’amministrazione dell’Agenzia che sarà convocato fra dieci, quindici giorni. C’è una “buona” notizia, però: i ritocchi non riguarderanno gli abbonamenti ma soltanto i biglietti singoli e i carnet multicorse. Perché nell’assestamento al bilancio 2022 la Regione, con una deroga, ha stabilito che gli aumenti non devono riguardare per forza tutti i titoli di viaggio, ma si possono applicare in maniera differenziale. L’Agenzia del bacino metropolitano ha perciò optato per non toccare i pacchetti mensili e annuali utilizzati soprattutto dai lavoratori, dagli studenti, dagli anziani.
La notizia, come prevedibile, ha creato non poco scompiglio. Tanto che l’assessora alla Mobilità del Comune di Milano Arianna Censi si è precipitata a dichiarare: “Se avessimo potuto scegliere, non avremmo certo deciso ora l’adeguamento tariffario all’Istat dei biglietti del trasporto pubblico locale, in un momento economicamente difficile per i cittadini”. Ma l’obbligo di legge c’è e Agenzia e Comune, a cascata, devono recepirlo. L’unico margine di manovra è la scelta del come: e l’assemblea dei soci dell’Agenzia ha optato per scaricare tutto l’aumento sui singoli ticket, senza spalmarlo in maniera omogenea (in questo caso sarebbe stato probabilmente inferiore, ma avrebbe colpito anche i cittadini più fragili): “Ci siamo adeguati ad una norma che è stata imposta dalla Regione Lombardia, a trazione leghista, con una legge approvata a luglio”, aggiunge Censi. “Abbiamo scelto però di non intervenire sugli abbonamenti, ma solo sui titoli occasionali. Questo perché vogliamo tutelare chi utilizza quotidianamente il trasporto pubblico”. La questione, naturalmente, non è solo tecnica ma anche politica: “Mi stupisce molto – attacca l’assessora – che chi a livello nazionale continua a promettere di abbassare le tasse, poi a livello locale, nel momento in cui si trova a governare, si comporti esattamente all’opposto, costringendo all’aumento tariffario. Ma questa volta non possiamo consentire loro di tirare il sasso e nascondere la mano”. Così, se l’aumento è difficile da digerire per i cittadini, lo è anche per la politica. Soprattutto con una campagna elettorale in corso.
Ma tornando alle questioni tecniche, è intervenuto anche il presidente dell’Agenzia Daniele Barbone: “Abbiamo chiesto di approfondire l’adeguatezza dell’attuale tipologia di abbonamenti vigenti, in base alle mutate esigenze di mobilità degli utenti legate allo smart working ancora largamente applicato dalle aziende, pubbliche e private”.
Fonte: LaRepubblica.it