Il giorno dello sciopero dei mezzi pubblici a Milano è arrivato
A partire dalle 18 di lunedì 9 settembre tutte le linee della metropolitana sono state chiuse, causando grandi disagi per i pendolari.
L’agitazione è stata indetta nell’ambito dello sciopero nazionale del trasporto pubblico locale, con l’adesione dei lavoratori di Atm, su iniziativa dei sindacati Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti, Faisa Cisal e Ugl Fna.
Durante la giornata, il servizio è proseguito normalmente, ma dalle 18 in poi le cinque linee della metropolitana – M1 (rossa), M2 (verde), M3 (gialla), M4 (blu) e M5 (lilla) – sono state chiuse. Anche il servizio di superficie ha subito rallentamenti, con attese più lunghe per bus, tram e filobus. Lo sciopero potrebbe influenzare anche il funzionamento della funicolare Como-Brunate, con possibili disagi a partire dalle 19:30 fino alla fine del servizio.
Atm ha comunicato sui social: “Dopo le 18 chiudono le metropolitane (i treni già in viaggio completeranno la corsa). Le linee riprenderanno regolarmente domattina. Possibili attese più lunghe alle fermate dei mezzi di superficie. I bus notturni saranno in servizio regolare dopo le 2.”
Le motivazioni dello sciopero
La protesta è stata organizzata nell’ambito della vertenza per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale dei lavoratori (Ccnl). Dopo una prima manifestazione il 18 luglio 2024, i sindacati chiedono ancora un miglioramento delle condizioni lavorative, sia dal punto di vista normativo che salariale.
Mauro Mongelli, segretario generale di Faisa Cisal, ha spiegato che i lavoratori del trasporto pubblico locale sono costretti a scioperare nuovamente per la mancanza di azioni concrete da parte delle aziende e delle istituzioni politiche. “Milioni di pendolari subiranno disagi, ma la colpa non è dei lavoratori. Le trattative sono bloccate a causa dell’immobilismo delle associazioni datoriali, che mantengono posizioni rigide e unilaterali”, ha affermato.
Mongelli ha inoltre sottolineato come la professione di autista sia caratterizzata da salari bassi, elevata responsabilità, rischio di aggressioni, poche opportunità di crescita professionale ed economica e condizioni lavorative che rendono difficile conciliare il lavoro con una vita sociale dignitosa. “È urgente rinnovare il contratto per migliorare le condizioni di lavoro e aumentare significativamente le retribuzioni”, ha concluso.
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