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La Rai vende la sede progettata da Gio Ponti

Come riportato dal Sole 24 Ore, la Rai, Radio Televisione Italiana, prevede un piano immobiliare da 465 milioni di investimenti fra 2023 e 2031. Il Piano, spiega una nota di Viale Mazzini, prevede “una razionalizzazione e riorganizzazione degli spazi aziendali resa opportuna sia dall’evoluzione delle modalità di lavoro conseguenti alla transizione digitale, sia dalla necessità di assicurare una maggiore sostenibilità ambientale e finanziaria”.

In cantiere interventi su Roma, Milano, sui centri di Torino e Napoli, le sedi regionali e gli asset non strategici. L’eventuale dismissione di asset non strategici, si specifica, “servirà a liberare risorse per la valorizzazione del patrimonio immobiliare aziendale e sarà sottoposta ad approvazione da parte del CdA”.

Il piano prevede nell’arco dei prossimi otto anni una revisione strutturale degli asset, dei costi gestionali e dell’impatto ambientale con investimenti complessivi dal 2023 al 2031 di circa 465 milioni. 
Dalla vendita degli immobili si stima un incasso intorno ai 200 milioni, con una riduzione del footprint al 2031 del 14% e dei costi annui della gestione immobiliare a regime di circa 10 milioni. 

Si parla di “640.000 mq lordi di immobili in proprietà, oltre a circa 110.000 mq immobili di terzi (locazioni, concessioni, comodati), tutti ad uso strumentale”.

In dettaglio a Roma sono previsti la rifunzionalizzazione e l’ammodernamento della sede di Viale Mazzini e dei centri di produzione di Saxa Rubra, Teulada e Nomentano. Mentre gli interventi su Milano prevedono la vendita dell’immobile di Corso Sempione, il rilascio degli immobili in locazione come quelli di via Mecenate a Taliedo e la creazione di un nuovo centro di produzione. Per quanto riguarda Napoli e Torino è previsto l’ammodernamento dei centri di produzione. Per le sedi regionali si va verso modelli a minor impatto ambientale e la vendita degli immobili sovradimensionati e non più funzionali.

Il Centro di produzione Rai di Milano è uno dei 4 centri di produzione televisiva e radiofonica della Rai insieme a quelli di Roma, Torino e Napoli. Attualmente è suddiviso in due sedi: quella storica di corso Sempione 27, in una zona elegante e residenziale, e quella di via Mecenate 76 a Taliedo, prossimo all’aeroporto di Linate.

La sede di corso Sempione entrò in funzione nel 1952, concepita ancora prima della II Guerra Mondiale per la radio, ma poi riprogettato ed ampliato anche in funzione dell’imminente inizio del servizio televisivo.

Da qui il 3 gennaio 1954 partirono le trasmissioni ufficiali della televisione di Stato.

Nel panorama televisivo italiano dei primi anni Milano ebbe un ruolo dominante, rispetto agli altri centri di produzione di Roma e Torino. Nel 1954 negli studi televisivi di Milano lavoravano già circa 400 persone, e da corso Sempione e dalla Fiera partiva circa l’85% di tutti i programmi nazionali. Presso la sede di Milano nel 1952 è nato il Telegiornale.

In questa sede, precisamente presso lo studio TV3, sono stati girati i più grandi sceneggiati della televisione di Stato, tra cui La freccia nera e Piccolo mondo antico. Inoltre, dal medesimo studio, fu trasmessa l’inaugurazione ufficiale della televisione italiana il 3 gennaio 1954. L’8 settembre 1952, in piena epoca televisiva sperimentale, dallo studio TV2 partì la prima trasmissione in assoluto della televisione italiana: Prego signora, condotto da Elda Lanza.

Qui è presente anche la redazione milanese del TG3, la cui sede principale è a Roma. L’edizione delle 12 del telegiornale, al contrario delle altre, va in onda da questa sede anziché da quella principale.

E’ notizia ormai da tempo che la Rai ha intenzione di creare un nuovo Centro di Produzione Televisiva, probabilmente da realizzarsi all’interno dei padiglioni della Fiera siti al Portello.

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