Attualità

Milano, la stagione da record dei concerti all’Ippodromo: 320 mila spettatori. Caos viabilità nel quartiere, Granelli: «In un mese 10 mila multe»

Con gli Arctic Monkeys si concludono  le sette date degli «I-days». Ma i residenti: troppo caos, ci sentiamo prigionieri in casa nostra

Il popolo del rock sabato ha invaso la zona di San Siro per due concerti che hanno incendiato la già bollente estate milanese. All’Ippodromo Snai La Maura gli Arctic Monkeys hanno radunato 65 mila fan da tutta Italia che hanno sfidato le temperature caldissime, con il termometro che ha toccato i 32 gradi, per vedere i loro idoli. A piedi sotto il sole battente per raggiungere gli ingressi della Maura dalle fermate del metrò. Bottiglietta d’acqua, crema solare, spray antizanzare il kit base di sopravvivenza, i più attrezzati sventolano ventagli e si proteggono con gli ombrelli. Qualcuno, sfinito dalla calura, si spalma all’ombra di un albero sul prato davanti all’ingresso.

Il pubblico è molto eterogeneo, dai giovanissimi, tanti i minorenni accompagnati dai genitori, agli adulti. Valentina, 50 anni, è qui le due figlie di 20 e 15 anni: «Sono un po’ emozionata, mi ricordo di quando andavo ai concerti da giovane. Io avrei preferito vedere gli Iron Maiden, però il biglietto costava troppo». 125 euro contro i 65 degli Arctic Monkeys. Valentina, invece, è curiosa di vedere se riuscirà a cantare insieme con il suo idolo Alex Turner «famoso per andare fuori tempo durante i live». È una fan sfegatata del gruppo rock inglese anche Carlotta dai lunghi capelli blu: «Sono venuta apposta in aereo dalla Sicilia». D’altronde due terzi del pubblico degli I-days arriva proprio da fuori città.

«È stata un’edizione da record — assicura Francesco Negroni, responsabile della promozione del festival rock tra i più importanti in Italia — 320 mila persone per 7 concerti». Il più seguito (80 mila persone) è stato quello di Travis Scott, rapper statunitense amatissimo dai giovani. «Era la sua prima volta in Italia e i fan, soprattutto ventenni, non hanno voluto perdere l’occasione di vederlo dal vivo». 

Mentre i Red Hot Chili Peppers hanno catalizzato quasi 70 mila persone. Lo show degli Arctic Monkeys ha chiuso il festival, «ma stiamo già lavorando all’edizione del 2024, anche se non possiamo fare ancora anticipazioni sugli ospiti», conclude Negroni.

E sempre sabato, poco distante dalla Maura, l’Ippodromo Snai San Siro ha ospitato il live degli Iron Maiden: tra i 35 mila fan, qualcuno ha anche fatto confusione e sbagliato concerto. Non Renzo, metallaro da sempre che ha portato qui la moglie e le due figlie: «Ci piacciono perché sono non troppo cattivi e tecnicamente molto preparati. Aldilà della musica, sono uno spettacolo».

Hanno perso il conto di quante volte li hanno visti, ma sicuramente più di una ventina, Ermanno e Stefano, gemelli milanesi di 54 anni. Indossano magliette scolorite, «ormai sono dei cimeli», comprate anni fa ai concerti dei loro idoli: «La prima volta? Nel 1988 al Palatrussardi, ma li abbiamo seguiti in tutta Italia — raccontano — la location all’Ippodromo forse è un po’ piccolina, ma comunque merita». Qui le porte si sono aperte presto, verso le 14, e già nel primo pomeriggio sul palco si sono esibite le band di supporto. Ma per le 23 la musica deve essere spenta.

Fra tante voci, si levano anche quelle, spesso contrarie, dei residenti: «È un incubo — raccontano Luigia e Pasquale, che abitano in una palazzina in via Natta che si affaccia sulla Maura —. Finito il campionato di calci0, inizia la stagione dei concerti: ci sentiamo prigionieri in casa nostra». I due cittadini sostengono di non poter uscire a causa del traffico, congestionato dalla mattina fino alle 2 di notte. «Per non parlare dello smog, del rumore, della musica assordante. Troppi concerti e in troppe location diverse qui a San Siro, ne basta una. Non vediamo l’ora che sia agosto così ci riposiamo», concludono.

In effetti quest’estate è stata particolarmente ricca di live che hanno coinvolto non solo gli ippodromi ma anche lo stadio San Siro. Sul palco del Meazza si sono esibiti, tra i grandi ospiti internazionali, Coldplay e Depeche Mode. E la stagione non è ancora finita. La settimana prossima sono attesi i Muse per un altro caldissimo sabato sera al ritmo di rock.

Il Comune fa sapere di essere al lavoro per garantire una maggior vivibilità del quartiere. In particolare, sanzionando la sosta selvaggia. Da metà giugno al 12 luglio, durante i 20 concerti che si sono tenuti a Milano, il Comune ha comminato «quasi 10 mila sanzioni per sosta irregolare». Lo ha scritto in un post su Instagram l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli, precisando che di queste, «più di 3 mila, il 32%, sono state fatte per sosta sul verde, più di 2 mila, il 23% a chi ha occupato gli stalli per residenti e più di 3 mila sono state date a chi ha parcheggiato sulle strisce blu senza pagare». A queste «si aggiungono oltre 250 sanzioni per sosta sul marciapiede e altre quasi mille soste irregolari di vario tipo. Mediamente — ha precisato Granelli — sono circa 500 sanzioni a concerto». Numeri che spiegano le misure messe in campo per la serata di sabato tra La Maura e San Siro: «Polizia Locale, gli ausiliari per la sosta, le guardie ecologiche volontarie, l’Atm, per diminuire l’impatto sui quartieri, far rispettare le regole, agevolare afflusso e deflusso, tutelare i residenti, aumentare la disponibilità di trasporto pubblico».

 Granelli ha spiegato che «il concerto con più sanzioni è stato quello di Mengoni l’8 luglio allo stadio, con 767 multe (di cui 321 per sosta sul verde), poi quello del 5 luglio di Ligabue, con 751 multe». Al terzo posto «quello del 2 luglio all’ippodromo La Maura, dei Red Hot Chili Peppers, con 623 multe. Quello con meno sanzioni è stato quello dei Coldplay del 26 giugno al Meazza, con 268 multe».

Fonte: Ilcorriere.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *