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Milano: sulla passerella sfila anche la moglie di un super trafficante, Emma Coronel, modella di abiti da sposa

Durante la Settimana della Moda di Milano, un volto inaspettato ha catturato l’attenzione: Emma Coronel, moglie del noto narcotrafficante Joaquín “El Chapo” Guzmán, ha sfilato in abito da sposa tra critiche e polemiche.

Guzmán, condannato a undici ergastoli negli Stati Uniti, rimane uno dei criminali più temuti, mentre Emma ha calcato la passerella di Palazzo Serbelloni con passo sicuro e fiero, come quel giorno di 18 anni fa in cui conobbe il boss in una festa a Canelas, in Messico.

All’epoca, El Chapo, capo del cartello di Sinaloa, aveva 50 anni, mentre Emma solo 17. Si sposarono l’anno successivo. Oggi, a 35 anni, dopo la cattura e la condanna del marito, e dopo aver scontato un anno di prigione negli Stati Uniti come sua complice, Coronel continua a far parlare di sé, ma questa volta sulle passerelle.

La sua partecipazione alla sfilata non è stata dettata solo dal suo passato da reginetta di bellezza. La stilista californiana April Black Diamond, specializzata in abiti da sposa, l’ha scelta come modella principale per l’evento. “Credo che tutti meritino una seconda opportunità, e la moda è il palcoscenico perfetto per mostrare la trasformazione, la forza e la resilienza”, ha spiegato la designer in un post su Instagram, definendo Coronel un esempio di coraggio e speranza.

Accanto a Emma Coronel, conosciuta dai media come “Lady Chapo”, ha sfilato anche Mariel Colón Miró, cantante e avvocata che ha fatto parte del team di difesa di El Chapo. “Le storie di queste donne dimostrano che è sempre possibile ricominciare”, ha aggiunto la stilista.

Tuttavia, la scelta di Coronel come testimonial non è stata accolta positivamente da tutti. In particolare, la stampa messicana ha duramente criticato la decisione, evidenziando come il nome di Emma Coronel non sia legato a una fiction o a romanzi, ma a una realtà tragica: la narcoguerra che ha devastato il Messico negli ultimi 18 anni, causando oltre 400.000 morti e più di 100.000 desaparecidos.

In queste stesse settimane, la violenza in Sinaloa, roccaforte del cartello di El Chapo, ha raggiunto nuovi picchi. Dopo l’arresto, lo scorso 25 luglio a El Paso, Texas, di Ismael “El Mayo” Zambada, ex socio di El Chapo, è scoppiato un feroce conflitto tra i figli dei due boss per il controllo del cartello. Da una parte i “Los Mayitos”, figli di El Mayo, dall’altra i “Los Chapitos”, tra cui Jesús, Iván, Ovidio e Joaquín, gli ultimi due detenuti negli Stati Uniti. La lotta ha già provocato oltre 60 morti e altrettanti desaparecidos.

Le madri di questi giovani narcoboss sono le ex mogli di El Chapo, ma Emma Coronel non fa parte di questa battaglia. Lei sostiene di essersi lasciata il passato alle spalle, guardando solo avanti, verso la passerella.

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