Italia

Canone Rai, nel 2024 arriva nuovo prezzo: quanto costerà

Giorgetti: “Un quarto del canone non viene più pagato in bolletta”

Costo più basso per il canone Rai a partire dal 2024. Il prezzo passerà da 90 a 70 euro l’anno. ”Un quarto del canone non viene più pagato in bolletta”, ha annunciato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi, al termine del Consiglio dei ministri che ha approvato la legge di bilancio 2024.

Nella manovra approvata dal Consiglio dei ministri “c’è il primo intervento sul canone Rai che viene tagliato dalla bolletta dei contribuenti italiani”, aveva affermato poco prima il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, nel corso della conferenza stampa al termine del Cdm.

Canone Rai e bolletta

A febbraio scorso il ministro Giorgetti aveva detto: “E’ evidente che il canone Rai dalla bolletta deve uscire, per quest’anno lo abbiamo mantenuto e mi sono preso tante critiche, ma deve uscire”. Qualche mese dopo aveva affermato che c’erano “una pluralità di ipotesi di riforma allo studio”. Tra le ipotesi di riforma del pagamento del canone tv ci sarebbe quella di legarlo non più al possesso di una tv ma di un’utenza telefonica: “Ormai le nuove tecnologie permettono di vedere” i programmi televisivi anche tramite smartphone e tablet. “Qualora il presupposto impositivo dovesse essere il possesso di una utenza telefonica comporterebbe di ridurre il canone pro capite. Basti pensare che oggi il canone risulta pagato da 21 milioni di utenti e le utenze telefoniche attive sono circa 107 milioni”, ha spiegato.

Canone Rai “via entro 5 anni”: ddl Lega

“Una progressiva riduzione dell’importo del canone Rai, con un taglio a cadenza annuale del 20 per cento, fino al suo totale azzeramento” e anche la ridefinizione “univoca” del concetto di servizio pubblico (“indispensabile per mantenere e affermare i valori culturali e sociali e difendere, al contempo, le identità locali”), pensando anche a un nuovo canale “interamente dedicato alla trasmissione di programmi e rubriche di promozione culturale, nel quale non possono essere trasmessi spot”: questo quanto previsto nella bozza del ddl leghista dal titolo ‘Modifiche al testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici in materia di servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, riduzione e abolizione del canone di abbonamento e disciplina della società concessionaria del servizio pubblico’, presentato in Senato dal partito di Matteo Salvini.

La Rai dunque deve cambiare volto, a partire dal canone che “risulta oggi anacronistico e ingiusto, in quanto è dovuto per la semplice detenzione di apparecchi atti o adattabili a ricevere un segnale”, si leggeva nella bozza provvisoria del testo che AdnKronos aveva potuto visionare. Per la Lega si deve prevedere – come aveva avvertito lo stesso Salvini in campagna elettorale – un percorso che porterà entro 5 anni all’abolizione del canone. Inoltre, a proposito del canone, viene previsto che già oggi “laddove sussista ancora oggi l’impossibilità di accesso alla rete o l’impossibilità di fruizione del servizio da parte degli utenti per motivi estranei alla propria volontà, il pagamento del canone di abbonamento non è dovuto”.

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