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Arco della Pace

L’Arco della Pace (Arch del Sempion in lingua lombarda[1]) è un arco trionfale di Milano situato all’inizio di corso Sempione. Poi dedicato alla pace tra le nazioni europee raggiunta nel 1815 con il congresso di Vienna, la prima pietra fu posta nel 1807; i lavori vennero poi sospesi con la caduta di Napoleone (1814) e ripresi nel 1826 sotto gli austriaci; fu inaugurato il 10 settembre 1838 con una fastosa cerimonia presieduta dall’appena incoronato imperatore Ferdinando I d’Austria.[2]

Ebbe la sua definitiva consacrazione nel 1859 con l’ingresso in Milano di Napoleone III e di Vittorio Emanuele II dopo la vittoria di Magenta. L’Arco della Pace rappresenta uno dei maggiori monumenti neoclassici di Milano.

Storia

Il primo arco effimero, di cui si conserva forme e architettura, fu innalzato nel gennaio del 1806 su disegno del marchese Cagnola come costruzione temporanea per festeggiare l’ingresso a Milano dei novelli sposi Eugenio di Beauharnais, viceré d’Italia, e Augusta di Baviera, convolati a nozze il 13 gennaio. L’arco sorse sull’allora Corso di Porta Orientale, poi Corso Venezia, ed era costruito in tela, gesso e legname. Visto il successo che quell’arco ebbe anche fra i visitatori stranieri, il consiglio di Milano, e il Comune dell’epoca, decretò l’8 febbraio che un nuovo arco in marmo fosse eretto in un luogo più consono.

La nuova opera, progettata ancora dal Cagnola e concepita come “arco della Vittoria” per festeggiare la vittoria francese nella battaglia di Jena, fu realizzata a partire dall’autunno del 1807: l’area su cui doveva sorgere venne individuata a metà del lato rivolto a nord-ovest dell’allora piazza d’Armi che si trovava dietro al Castello Sforzesco,[3] area occupata dal Parco Sempione. I lavori vennero diretti dallo stesso Cagnola e supervisionati da Domenico Moglia[4], Nicola Pirovano[5]Francesco Peverelli[6] e Bai Gio Battista[7]., sotto la spinta del comune di Milano e di Napoleone. L’opera era oramai a due terzi e diverse statue erano già terminate, come quelle della Storia e della Poesia, eseguite dal neoclassico Luigi Acquisti, quando con la caduta del Regno Italico l’Arco venne abbandonato: gli ultimi lavori furono svolti il 19 aprile 1814.[8]

Solo nel 1826 venne ripresa la riedificazione dell’edificio sotto l’imperatore asburgico Francesco I d’Austria, che ne mutò la dedica.

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