Bagnaia sul trono iridato a Valencia, vince Rins nel giorno dell’addio della Suzuki
Dopo tredici anni un pilota italiano torna a laurearsi campione del mondo della premier class
Missione compiuta con qualche patema d’animo di troppo per Francesco Bagnaia che a Valencia si laurea campione del mondo della MotoGP in sella alla Ducati, primo pilota italiano a riuscirci a nove anni di distanza dal nono ed ultimo centro iridato di Valentino Rossi nel 2009. La certezza del risultato finale è arrivata con il nono posto nell’atto conclusivo stagionale a fronte del quarto del rivale Fabio Quartararo (che era invece obbligato a puntare al podio alto) nella gara vinta da Alex Rins nella gara d’addio della Suzuki (all’ultimo GP del proprio impegno nella premier class) davanti alla KTM di Brad Binder ed alla Ducati di Jorge Martin.
Una gara tesa, per una volta in seconda linea, come era logico fare per tenere a bada i demoni della resa dei conti tutto-in-un-giorno. Dopo aver necessariamente incrociato le traiettorie con il rivale Quartararo nei primi giri (i due erano uno vicino all’altro subito dopo il via), Bagnaia ha rinfoderato le armi, resistendo alla tentazione di restare agganciato al Diablo, per impostare invece una gara attenta ed accorta che lo ha portato a lasciarsi gradualmente sfilare da Miguel Oliveira, Joan Mir ed Enea Bastianini e di tenersi dietro nell’ultimo giro la Yamaha di Franco Morbidelli. Per un nono posto finale più che sufficiente per laurearsi campione, a fronte del quarto di Quartararo, ai piedi del podio.
Il campione del mondo uscente si arrende in capo ad un GP finale da vorrei ma non posso. Fabio ci ha provato, ad inseguire la vittoria, ma il target è rimasto lontano e indistinto: di fatto irraggiungibile. Lo si era capito subito ma valeva la pena provarci. Ne vale sempre la pena. Valencia fa tra l’altro storia anche per il successo di Alex Rins: il secondo nelle ultime tre gare per il catalano ma soprattutto un significativo sigillo vincente nella Suzuki, all’ultimo GP nel Motomondiale.
Una vittoria completata tra l’altro dal sesto posto di Joan Mir. Sul podio con Rins salgono Brad Binder e Jorge Martin. Dopo aver battagliato sia con Bagnaia che con Quartararo, il sudafricano della KTM affonda i colpi, attacca e supera Miller (che poco dopo rovina a terra chiudendo ingloriosamente la sua avvenura rossa), infila Martin con la Ducati Pramac e poi mette nel mirino la Suzuki di Rins ma… esaurisce i giri a disposizione prima di poterla attaccare.
A separare Quartararo dal neocampione Bagnaia ci sono Oliveira, Mir come detto, Marini e Bastianini. Il portoghese completa l’ottimo bilancio valenciano del team factory KTM, il fratello minore di Valentino salva almeno in parte il weekend del team VR46, a fronte di una tre giorni ampiamente dimenticabile da parte del suo compagno di squadra Marco Beccucchi. Da parte sua, Bastianini lascia il team Gresini (al quale ha regalato quest’anno tre vittorie) per approdare in quello ufficiale al fianco di Bagnaia strappando il terzo posto della clasifica finale ad Aleix Espargarò. Finale amaro per lo spagnolo e per il suo connazionale Maverik Vinales: entrambi hanno riportato prematuramente ai box le loro RS-GP, al termine del peggior weekend dell’anno per il team Aprilia. Chiude la top ten Franco Morbidelli che consegna agli archivi una stagione personale di secondo piano con un decimo posto comunque incoraggiante e… ad alta visibilità, tagliando il traguardo negli scarichi della Desmosedici numero sessantatré del nuovo campione del mondo. Tra i protagonisti mancanti della “title decider” del Ricardo Tormo di Valencia ci sono Marc ed Alex Marquez, Pol Espargarò e Johann Zarco, tutti e quattro finiti a terra. Fortunatamente illesi a livello fisico ma – come sempre in questi casi – ferito nell’orgoglio. Più di tutti il “cannibale” spagnolo che teneva più di chiunque altro (e ne aveva tutte le chances) a chiudere il Mondiale con una vittoria.