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National Games a Milano, oltre 400 atleti-studenti Erasmus per i giochi universitari: da Sofia a Hector, le storie

Protagonisti gli studenti internazionali e i partecipanti al programma Erasmus provenienti da 55 nazioni che studiano negli atenei italiani. È una delle tappe dei giochi che quest’anno si tengono a Coimbra, in Portogallo

Milano capitale per tre giorni dello sport universitario internazionale. Da venerdì a domenica, il Centro sportivo Saini ospiterà i «National Erasmus Games», i giochi sportivi con protagonisti gli studenti internazionali e i partecipanti al programma Erasmus che studiano negli atenei italiani. È una delle tappe che portano ai giochi internazionali, che quest’anno si tengono a Coimbra, in Portogallo. Sono 402 gli atleti-studenti, provenienti da 55 nazioni (Italia inclusa) che si affronteranno in competizioni miste di calcio a cinque, volley, basket e gare di atletica su 100 e 1500 metri. Ogni squadra o atleta difenderà i colori dell’ateneo dove sta trascorrendo il semestre.

Olimpiadi 2026

È la prima volta che Milano ospita i National games. E l’evento è stato possibile grazie al sostegno del Comune di Milano, nell’ambito del progetto europeo Food Wave. «Il percorso che ci porterà ai Giochi invernali di Milano-Cortina 2026 è costellato di piccole e grandi occasioni di incontro e scambio, da costruire giorno per giorno con le federazioni, le associazioni sportive, le scuole e anche con le università. Ospitare i National Erasmus Games è una di queste», sottolinea l’assessora allo Sport Martina Riva, ricordando che il centro Saini, a partire dal 2025, sarà interamente gestito dall’Università Statale. Questi giochi universitari sono nati nel 2014, dalla collaborazione fra le reti Erasmus di Polonia e Italia. «La prima edizione internazionale si svolse a Varsavia»ricorda Massimiliano Marziali, 31 anni, capo del Comitato per i giochi italiani. Laureato al Politecnico e con alle spalle ben quattro programmi Erasmus, ha partecipato a tre edizioni. «Tra i partecipanti ci sono sia atleti agonisti, che semplici appassionati. È un evento molto coinvolgente. Il momento più bello è la preparazione, quando ci si allena insieme».

Sofia, Hector e gli altri

Tra le università milanesi, per numero di atleti spicca il Politecnico. Tra loro c’è Sofia Minnebaeva, 23 anni, di Murmansk (Russia), prossima alla laurea in ingegneria gestionale. «Come regalo per i 18 anni mia mamma mi aveva portato in Italia e in quell’occasione ho capito che desideravo vivere qui». Ai giochi gareggerà a pallavolo e in atletica. «Trovo che questi giochi siano una formula bellissima per avviare nuovi contatti». Dopo la laurea Sofia, che già lavora per un’impresa russa da remoto, vorrebbe restare in Italia. «Non è il momento buono per tornare in Russia. L’azienda dove lavoro risente della situazione e non sappiamo se riuscirà a continuare l’attività». Anche Hector Zapata, 23 anni, spagnolo, studia al Politecnico, al master in ingegneria spaziale. «È un percorso di studi impegnativo, ma ne vale la pena. Ho scelto il Politecnico per la sua reputazione. E cercavo una città simile a Madrid. I giochi mi permetteranno di dedicarmi di nuovo al basket». Dopo il master andrà via. «Non mi piace stare per tanto tempo nello stesso posto». Nel team di pallavolo c’è invece Kristina Hrušková, 23 anni, origini ceche e da febbraio all’università di Pisa per frequentare i corsi di Scienze politiche. «È la mia prima volta in Italia e non vedo l’ora di visitare Milano» racconta. Anche Marton Horvath, 24 anni, ungherese, studia a Pisa, ma alla facoltà di Informatica. «Volevo venire qui perché studio anche l’italiano. Sono molto soddisfatto della scelta: Pisa è una città molto bella e la formazione universitaria è ottima. I giochi mi permetteranno di giocare a calcio, conoscere altri studenti e di visitare Milano pagando una quota molto bassa». Nel team di calcio c’è anche Ali Ali Fuat Barış, 23 anni, turco, studente di ingegneria gestionale all’università di Reggio e Modena. «Il mio obiettivo è andare alle finali internazionali dei giochi Erasmus».

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